Dal 2009 obbligo indicare in etichetta il paese d’origine nelle confezioni di olio extravergine Italiano
Tutti sanno che l’olio italiano, cioè prodotto con olive raccolte in Italia, è uno degli alimenti migliori da portare in tavola per le proprietà nutrizionali e per l’esperienza sensoriale che può offrire. Ma come riconoscerlo?
Tutelare l’olio italiano per tutelare i consumatori
L’Italia è uno dei maggiori produttori di olio extravergine e oltre alla quantità a fare la differenza è la qualità dell’olio italiano, proprio per questo è un prodotto molto ricercato anche all’estero ed è in costante aumento la domanda da Stati Uniti, Giappone, Cina. Le rinomate e ricercate proprietà organolettiche e nutrizionali dell’olio prodotto in Italia hanno portato anche ad un’implementazione delle falsificazioni con numerose contraffazioni e molta confusione anche sugli scaffali. Gli scandali e i prezzi spesso irrisori che si vedono nella grande distribuzione hanno indotto gli olivicoltori seri a chiedere a gran voce una soluzione in grado di tutelarli.
Oltre alle prese di posizione nei confronti dell’Unione Europea, ogni singolo produttore di olio italiano si è impegnato in proprio in una campagna di comunicazione volta a far capire perché un olio prodotto in Italia, cioè confezionato con olive coltivate in Italia, molite a freddo sempre in Italia, non può avere un prezzo basso, ma deve avere un prezzo adeguato ai costi di produzione. È stato importante avvicinare i consumatori ai campi e ai frantoi sfruttando le potenzialità di regioni come la Puglia, e in particolare il Salento, che hanno una forte vocazione turistica. Tutto questo impegno sta dando i suoi frutti perché sono sempre più numerose le famiglie che scelgono di proteggere la propria salute comprando direttamente dal produttore. Ogni consumatore ha infatti diritto di comprare ciò che desidera anche in base alle proprie possibilità economiche, ma deve essere in grado di scegliere, deve sapere cosa sta comprando e deve essere cosciente del fatto che se in frantoio viene proposto olio italiano ad un prezzo superiore ai 2-3 euro non è per un desiderio del frantoiano di guadagnare di più, lucrare, arricchirsi, ma perché è necessario coprire i costi di produzione. Questi comprendono i costi della coltivazione con lavori di pulitura terreni, irrigazione quando occorre, potatura, raccolta olive, trasporto in frantoio, molitura, confezionamento. Il tutto tenendo in considerazione che con un quintale di olive si ricavano dagli 11 ai 18 (raramente) chili di olio prodotto in Italia.
L’olio italiano dell’Azienda olearia Schirinzi
La nostra azienda agricola ed olearia produce olio extravergine di oliva in Puglia dal 1963, con certificazione di tracciabilità quindi di un olio extravergine Italiano (Made in Italy), dalle connotazioni sensoriali ed organolettiche assolutamente inconfondibili. Nel tempo abbiamo implementato la produzione coltivando sempre maggiori ettari di terreno con diverse varietà di olive. In questo modo è possibile offrire tutta la qualità di un olio prodotto in Italia, e in particolare nel Salento, ma a prezzi diversi, andando così incontro ai gusti di tutti. Il prezzo diverso non è determinato da qualità inferiore, ma dal fatto che non tutte le varietà di olive, dal punto di vista quantitativo, hanno la stessa produzione e di conseguenza è possibile offrire olio italiano di qualità a prezzi diversi.
Lo stesso può essere comprato direttamente in azienda presso il punto vendita aziendale oppure con la vendita online.
Qui se desideri puoi conoscere tutto il contenuto obbligatorio dell’etichetta di un olio extravergine.
OLIO ITALIANO – OLIO ORIGINARIO DELL’UNIONE EUROPEA – OLIO EXTRACOMUNITARIO
Quali sono le differenze?
Grazie al Regolamento (CE) 182 del 6 marzo 2009, che modifica il Regolamento (CE) 1019/2002, è entrato in vigore, in tutti i paesi della Comunità Europea, l’obbligo di indicare in etichetta l’origine delle olive impiegate per la produzione dell’olio vergine ed extravergine di oliva. In parole povere significa che sull’etichetta del vero olio italiano extravergine, dovranno essere riportate (obbligatoriamente) le scritte come per esempio “ottenuto da olive italiane”, “ottenuto da olive coltivate in Italia” o semplicemente “Prodotto Italiano”, mentre per i miscugli di provenienza diversa sarà specificato se si tratta di:
- “miscele di oli di oliva comunitari” (olii di paesi terzi all’interno della Comunità Europea, es. Italia e Grecia)
- “miscele di oli di oliva non comunitari” (olii di paesi terzi fuori della Comunità Europea)
- “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” (olii di paesi terzi all’interno e fuori della Comunità Europea).
Una buona notizia per l’ingrediente che fa davvero la differenza nella cucina italiana: l’olio extravergine di oliva.
Un provvedimento doveroso per tutelare il Made in Italy, che tutela anche i consumatori (metà dell’olio usato in Italia proviene infatti dall’estero) e contribuisce a fermare frodi e inganni.
Le aziende confezionatrici di tali prodotti devono munirsi del previsto riconoscimento e devono detenere il Registro Carico-Scarico Telematico degli oli, nel quale verranno annotati, per ogni tipo di olio in entrata e in uscita, i movimenti e le rispettive provenienze e destinazioni dei rispettivi oli vergini ed extravergini.
Un passo impegnativo dunque, ma decisivo per la salvaguardia di un prodotto italiano che oramai vede sempre più contraffazioni e col fine di garantire la rintracciabilità dell’origine dell’olio di oliva vergine ed extravergine.
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