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Cosa fare dell’olio di oliva dopo la frittura in cucina

Cosa fare dell'olio di oliva dopo la frittura

Tutti amano le fritture, ma dopo sorge un problema: cosa fare dell’olio di oliva dopo la frittura? Molte persone scelgono gli scarichi della cucina o del bagno, ma è un errore! Ecco cosa fare…

Perché è importante non buttare l’olio di oliva dopo la frittura

La prima cosa da dire è che utilizzando olio di oliva per le fritture è possibile riutilizzarlo fino a tre volte, mentre l’olio di semi deve essere buttato dopo la prima frittura, questo perché il primo resiste alle alte temperature e di conseguenza non si degrada e non diventa nocivo per la salute. Questo vuol dire che ci sarà un minore quantitativo di rifiuti da smaltire. La locuzione “rifiuti da smaltire” non è usata a caso, infatti, l’olio di oliva dopo la frittura, ma questo vale anche per altri oli, deve essere correttamente smaltito per evitare di inquinare le falde. Questo avviene perché si tratta di un prodotto non biodegradabile e non organico. Disperso nell’acqua forma un velo spesso sulla superficie che è impenetrabile alla luce e quindi in grado di compromettere i normali processi vitali che avvengono in acqua. In particolare viene ridotta drasticamente l’ossigenazione e tutti sappiamo che senza ossigeno non vi sono forme di vita in acqua perché non si sviluppa la flora di cui si nutrono i pesci e tutte le specie vitali presenti in acqua. Disperso nell’acqua inoltre la rende non potabile. Un litro di olio esausto è in grado di inquinare uno specchio d’acqua grande come un campo di calcio. Ecco perché è essenziale  non buttare l’olio di oliva dopo la frittura!

Non buttare l'olio di oliva dopo la frittura
Non buttare l’olio di oliva dopo la frittura

Cosa fare dell’olio di oliva dopo la frittura in cucina?

Questa è di sicuro la domanda che ora ti stai ponendo. In primo luogo è necessario dividere l’argomento perché la legge prevede due discipline diverse per le famiglie e per le imprese, in particolare ristoranti, rosticcerie e attività commerciali varie dove vi è un’abbondante produzione di olio esausto da frittura.

Per le famiglie è bene attendere che l’olio sia raffreddato e poi versarlo in contenitori da chiudere ermeticamente. A questo punto deve essere consegnato all’isola ecologica più vicina. Per sapere dove buttare l’olio d’oliva dopo la frittura è possibile recarsi al comune. Questi rifiuti dal punto di vista economico vengono assimilati ai rifiuti urbani. C’è però anche un’ulteriore possibilità perché alcune stazioni di servizio offrono la possibilità di consegnare gratuitamente l’olio esausto. Inoltre grazie alla crescita della coscienza ecologica alcuni comuni si stanno attrezzando per premiare i cittadini che vanno a consegnare l’olio esausto.  Ad esempio il comune di Mignano Monte Lungo, in provincia di Caserta, prevede la raccolta dell’olio di oliva dopo la frittura il primo sabato di ogni mese presso il Municipio. Per ogni litro di olio consegnato sarà dato gratuitamente un litro di olio per friggere.

Settore ristorazione: cosa fare dell’olio di oliva dopo la frittura

Per ristoranti, pizzerie, rosticcerie e altre attività simili la legge prevede una disciplina diversa. Questo perché vi è una produzione importante di olio da cucina esausto ed è essenziale che i rifiuti siano trattati correttamente visto il potenziale inquinante. In questo caso occorre rivolgersi al  CONOE (Consorzio nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e animali esausti). I ristoratori devono aver cura di raccogliere l’olio di oliva dopo la frittura in appositi contenitori. A questo punto si chiama un trasportatore autorizzato e si chiede il ritiro presso la sede. Ogni attività deve tenere un registro di carico e scarico degli oli prodotti e di quelli conferiti. Per quanto riguarda invece le modalità i locali commerciali hanno due possibilità:

  • possono conferire gli oli di oliva dopo la frittura ogni tre mesi, in questo caso senza avere limiti quantitativi;
  • possono mantenere in deposito, avendone cura, quantitativi fino a 30 metri cubi, e conferirli al riempimento dei contenitori, ma comunque devono conferire l’olio dopo la frittura almeno una volta l’anno.

Deve essere sottolineato che gli oli una volta conferiti vengono trattati e trasformati in modo da poter essere riutilizzati in altro settore, in particolare come lubrificanti, recupero energetico, distaccanti per l’edilizia.

Cosa succede se non si smaltisce correttamente l’olio d’oliva dopo la frittura?

Cosa succede se non si smaltisce correttamente l'olio di oliva
Cosa succede se non si smaltisce correttamente l’olio di oliva

L’inquinamento ambientale è un reato particolarmente grave proprio per questo la legge punisce chi lo commette. In base al decreto legislativo 152 del 2006, codice dell’ambiente, chi disattende alla normativa sul corretto smaltimento degli oli dopo la frittura è sottoposto ad una sanzione amministrativa da 270 a 1.550 euro. La normativa del 2006 è solo l’ultima disciplina della materia, ma già in precedenza vi erano state altre norme che vietavano lo smaltimento degli oli usati in maniera potenzialmente dannosa per l’ambiente.

Vuoi un olio di qualità per le tue fritture che può essere utilizzato più volte in modo da ridurre anche l’inquinamento ambientale? In questo caso scegli l’olio vergine di oliva dell’Azienda Olearia Schirinzi e potrai avere fritture buone, leggere, salutari ed eco-compatibili con un ridotto residuo di olio di oliva da smaltire dopo la frittura.

Latta 5 L Olio Vergine Dolce Terra Russa per fritture
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L’Azienda Olearia Schirinzi opera con la vendita diretta a Carmiano in provincia di Lecce, presso la sede, oppure con l’eshop online dedicato ai suoi prodotti.

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